Essere dissidente

Dissidènte è colui il quale ha una posizione divergente rispetto a un gruppo. La parola deriva dalla commistione di dis- (separazione) e sideo (sedere). Il verbo, quindi, al contrario della suggestione dell’usata immagine del contestatore, indica una persona enormemente posata: è una parola che dà un’ “impressione parlamentare”, che tratteggia uno scisma, uno scostamento fermo e solenne più che un’opposizione sbraitante. Il termine è proprio dei grandi politici che avversano saldamente e umilmente, dei religiosi che nella propria vocazione rigettano le sofisticazioni delle gerarchie, di chi abbia il cuore di asserire una scelta diversa dal proprio gruppo: in questa connotazione il dissenso brilla di una speciale maturità, distante dalle rumorose contrapposizioni delle fronde e delle rivolte e dalle blande e accomodanti discordanze. Ma noi conosciamo dissidenti di questo tipo, specialmente in politica? Conosciamo qualcuno il quale riesca a far passare il proprio messaggio di dissenso togliendosi dalle spalle la forfora della contestazione urlata, aggressiva, maleducata e talvolta violenta? Ormai, per far valere le proprie idee, soprattutto in ambito politico, si attacca, si offende o si pratica una violenza fuori di senno e gratuita. Le proteste di piazza sfociano spesso in violenza e guerriglia urbana. A che serve? Se è il clamore di cui si ha bisogno per far passare le proprie idee, se è la violenza, c’è da chiedersi se le idee, il dissenso messo in piazza, non sia pericoloso. Se serve un atto plateale, l’idea che si fa passare è l’insicurezza che la propria opinione, possa non essere accolta con un ragionamento a mente fredda. Colgo quindi l’occasione di citare Wole Soyinka, il primo Nobel d’Africa, nel 1986, il quale afferma che «L’arma più forte è sempre il linguaggio». Arma a doppio taglio però. Non ascoltiamo gli sbraitanti politicanti o, come va di moda definirli oggi, “influencer”. Ascoltiamo chi dal basso, con voce sommessa ci dà il suo punto di vista, chi fa passare il proprio dissenso e le proprie idee con decisione, anche rabbia, ironia, ma usando il cervello e le proprie conoscenze.

Creiamoci e comunichiamo il nostro punto di vista, con educazione, decisione, intelligenza e, ovviamente…dissenso.